Il giorno successivo al convegno del dott. Tibaldi sul tema “La de-prescrizione farmacologica in psichiatria: proposte e indicazioni di buona pratiche per un uso appropriato dei farmaci nei percorsi di recovery”, abbiamo raccolto impressioni e commenti dei soci-utenti dell’Associazione “Liberamente Insieme”. Forte è stato l’impatto delle sue parole, soprattutto per quanto riguarda l’innovativo approccio alla de-prescrizione farmacologica attraverso il “contratto d’Ulisse”, che prevede un patto tra medico, paziente, familiari ed altre persone legate al paziente da una relazione affettiva significativa (colleghi di lavoro, amici, parenti, ecc.) per gestire responsabilmente la riduzione dei farmaci. Anche il principio del “fare CON e non fare PER”, che valorizza l’autodeterminazione del paziente, è una visione che ribalta la tradizionale relazione terapeutica gerarchica tra medico e paziente, promuovendo un modello più collaborativo. Il racconto dell’esperienza di ricovero in ospedale del dottor Tibaldi per un problema di salute, e del suo pacato ma fermo rifiuto dell’assunzione delle benzodiazepine per garantirgli il sonno, secondo le indicazioni dell’équipe medica, è stato visto come un gesto coerente con la sua teoria dell’importanza della personalizzazione delle cure e della responsabilità condivisa. Altre delucidazioni, di carattere terminologico, del dottore Tibaldi hanno stimolato una riflessione profonda tra gli utenti, come ad esempio la differenza tra sintomi di “astinenza da farmaco”, successivi al “bilanciamento-riduzione” della terapia farmacologica, e sintomi da “recidiva” che, se confusi, portano spesso ad un ingiustificato ritorno a dosi sempre più massicce dei farmaci. La riduzione dei farmaci,” se il percorso del paziente diventa positivo, se la persona è diventata capace di gestire le proprie crisi, se sa affrontare i momenti difficili senza soccombere” è un messaggio positivo nel percorso di Recovery: “la semplice promessa di un calo del dosaggio può farti vedere un prossimo futuro con un certo ottimismo”. Tutte testimonianze queste, che dimostrano come l’evento organizzato da “Liberamente Insieme” sia stato fondamentale per creare spazi di confronto su temi così delicati, mettendo realmente il paziente al centro del percorso di cura e Recovery, ponendo maggiore attenzione alla qualità di vita e all’autonomia della persona.
